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Con lo sviluppo urbanistico si è incrementata la quantità di aree impermeabili destinate ad usi produttivi e/o commerciali e per questo sono state messe a punto normative che prevedono l’obbligo di accumulare le acque meteoriche che le possono interessare, ed evitarne così il flusso diretto nei corsi d’acqua e nelle pubbliche fognature, con i relativi carichi di residui sabbiosi, terricci o tracce oleose specifici di ogni attività.

La maggior parte delle acque di dilavamento comportano infatti elevati carichi organici e di solidi sospesi che, se inviati ai corpi ricettori non risultano conformi a quanto previsto dal D.lg. 152/06 del 03.04.2006; nella regione Marche la norma viene ben riassunta e specificata negli estremi di applicabilità nel Piano Tutela Acque (PTA del 18.12.2007).

L’impianto di prima pioggia risulta pertanto funzionale per l’accumulo e il trattamento delle acque piovane provenienti dai piazzali dei siti produttivi. La disoleazione del flusso e il trattamento primario di sedimentazione, supplementare alla fase statica di accumulo, permettono il recupero e il riutilizzo delle acque meteoriche, oltre ad evitare l’inquinamento dei corpi idrici ricettori, essendo tali acque cariche di residui sabbiosi, oleosi o di metalli pesanti tipici della specifica attività produttiva svolta.

Deve essere pertanto previsto un accumulo pari ad almeno 5 Lt. per ogni Mq. di superficie impermeabile destinata ad usi produttivi soggetti ad inquinamento probabile, garantirne una sedimentazione di almeno 12-24 ore per provvedere poi allo svuotamento del bacino stesso (previo disoleazione o quanto occorrente per garantire il rispetto dei limiti allo scarico) e predisporre il sistema per il successivo evento meteorico entro le 48-72 ore successive.

A seconda della tipologia di acque da trattare si studiano accumuli maggiori di quelli contemplati dalla norma e/o impianti di affinamento del refluo opzionali posti dopo la sezione di disoleazione preventiva: dalla semplice filtrazione su sabbie quarzifere e carboni attivi, fino ad impianti di vagliatura meccanica, controlli Ph automatici, monoblocco di tipo chimico fisico per le applicazioni più problematiche.

Quando utilizzarlo

I settori principali ai quali si rivolge questa applicazione sono tutti quelli che hanno piazzali adibiti a deposito o stoccaggio di materiali che possano rilasciare sostanze potenzialmente pericolose se interessate da un evento meteorico, piattaforme ecologiche, oltre a tutte le aree predisposte per il carico e scarico di materiali di aziende potenzialmente a rischio, stazioni di servizio carburanti, oltre a  autodemolizioni e centri raccolta rottami metallici.

Lo studio preliminare del sito permette di organizzare nel modo migliore l’impianto necessario per il trattamento delle acque di prima pioggia, sia in termini di affidabilità di processo, che di economicità sui costi di gestione; quando le quote lo permettono si consiglia di istallare a monte del sistema un pozzetto ripartitore di scolmo, con o senza valvole di chiusura, con la vasca di accumulo a riempimento diretto. Quando occorrono ripristinare quantità di acque notevoli per i processi produttivi si inseriscono nel sistema delle stazioni per il recupero delle acque di dilavamento.

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